Nel nostro percorso di vita, spesso ci troviamo ad affrontare questioni complesse perché composte da molteplici aspetti.
Durante una discussione sulla nuova legislazione penitenziaria, ho riflettuto su come persone apparentemente diverse possano condividere una prospettiva comune: avevo di fronte due partecipanti al nuovo corso per diventare operatori in carcere.
Un’amica dal cuore grande ha condiviso un link sulle nuove disposizioni legislative in materia di carcere, suscitando una risposta brillante da parte di un compagno che ha dedicato la propria vita all’interno delle istituzioni a difesa dei cittadini. Due individui con storie di vita diverse, ma uniti da un percorso formativo che li ha avvicinati in approccio e motivazione.
Quando ci si confronta sulle opinioni siamo portati a chiederci sempre: chi dei due ha ragione? Nella riflessione su leggi, forze dell’ordine, criminali e vittime però emerge una realtà complessa, che va esplorata in profondità con l’intenzione di coglierne tutti gli aspetti e le implicazioni.
Chi lavora nel settore delle carceri, come gli operatori di LPP, si trova a dover affrontare sfide uniche. Si cerca di coltivare un approccio verso i detenuti che si orienti possibilmente alla semina prima e auspicabilmente alla costruzione poi -insieme a loro- di un nuovo percorso. Tutto ciò da parte nostra viene fatto solamente perché per noi al primo posto ci sono sempre le vittime dei reati.
È un lavoro che richiede un addestramento lento, una crescita personale che necessita di tempo per essere compresa e assimilata.
La tradizione buddhista alla quale ci ispiriamo ricorda che, per ogni azione compiuta, dunque anche per ogni reato commesso, ci sono cause e condizioni che è opportuno e fondamentale indagare. Lo scopo non è affatto la giustificazione del crimine e quindi del suo autore. Trovare quel vasto terreno su cui ogni assassino, stupratore, maltrattante possa iniziare a lavorare ha il potenziale per andare a modificare qualcosa nelle condizioni, nei tracciati di comportamento abituali, che in precedenza hanno avuto il più infausto degli esiti.
Per questo è necessario da parte di tutti sviluppare saggezza, una visione della realtà che comprenda a fondo queste cause e condizioni e che non dimentichi mai il potenziale delle persone. Si tratta di un aspetto cruciale anche per aver fiducia circa un nuovo e possibile punto di arrivo in questo percorso personale in modo che il loro rientro nella società non rappresenti più una minaccia.
In questo quadro complesso, ci facciamo guidare dalle parole di Sua Santità il Dalai Lama, che ci ricorda: “Noi viviamo molto vicini. Quindi il nostro scopo nella vita è aiutare gli altri. E se non potete aiutarli, almeno non fate loro del male.”
Che la compassione e la saggezza guidino il nostro cammino, affinché possiamo vedere la verità nelle sue molteplici sfaccettature!
Possano tutti gli esseri senzienti ottenere la felicità e la sua causa
Possano tutti gli esseri essere liberi dalla sofferenza e la sua causa
Possano tutti gli esseri non essere mai separati dalla beatitudine priva di sofferenza
Possano tutti gli esseri dimorare dell’imparzialità, liberi da attaccamento verso gli uni e avversione verso gli altri.