Carmen ci regala questa finestra, aperta sul suo gruppo: ci racconta di qualcuno che arriva con una poesia. Da qui la richiesta all’autore di poterla condividere fuori dal gruppo con tutti noi, per il blog. Lui accetta e allora decidono di lavorare insieme nel gruppo all’introduzione che leggerete di seguito.
Giustamente Carmen trova che sia un movimento interessante anche perché -ci dice- “a partire da qui altri partecipanti hanno manifestato la voglia di scrivere e credo che lo faremo nei prossimi incontri”. E dunque grazie davvero per la condivisione e buon lavoro al vostro gruppo.
…e buona lettura a voi!

Da poco più di un mese sono iniziate le attività di LPP nel carcere di Massa. Un gruppo di detenuti si ritrova tutti i lunedì per meditare e discutere insieme parlando di consapevolezza e, soprattutto, di alfabeto emotivo. Abbiamo affrontato la paura e il coraggio, la fiducia e il suo contrario. Fiducia negli altri e, soprattutto, fiducia in sé stessi. Partendo da una meditazione il cerchio poi si apre a discussioni, letture e approfondimenti con interventi interessanti, stimolanti che nutrono un percorso lento e non sempre facile ma coinvolgente e di crescita. Ci si può fidare della meditazione? Parlando di fiducia ci siamo chiesti anche questo e stiamo insieme cercando le risposte.
Ogni volta sembra di fare fatica a entrare e poi è sempre più difficile uscire. Vorresti fermarti ancora un po’, parlare ancora un po’, incontrare l’altro e te stessa nell’altro ancora un po’. In carcere si restringono gli spazi e le libertà ma si dilata il tempo e così hai tempo per…
Tempo per riflettere, per pensare, per ascoltare, per parlare, per capire, per cambiare…tutto questo emerge lentamente nel cerchio, di volta in volta la confidenza, la fiducia crescono e il tempo condiviso diventa non solo più dilatato ma anche più profondo e nutriente.
Ognuno sembra lentamente trovare il suo posto nel cerchio, il suo ritmo e così può succedere che qualcuno ti porti una poesia come questa

NOTTE GALEOTTA
Il sole feramente dardeggia ancora
ma il sinistro rumore delle serrature che si chiudono
annuncia l’imminente morte del giorno
ed accompagna la fragorosa babele delle lingue
che si protrae fino a diventare flebile
per spegnersi e diluire nella quiete della notte.
D’incanto l’angusta cella
si trasforma nello sconfinato universo della mente
senza subire limiti o costrizione alcuna.
Inizia così l’interminabile “notte galeotta”
priva di spesse mura, solide sbarre, alti cancelli
ed arcigne guardie…
laddove il mio pensiero impunemente evade
e vaga libero oltre mari, monti e città
per posarsi infine accanto a colei
che incondizionatamente e nonostante tutto
sempre ti dona
il suo immenso amore.