Grazie all’opportunità fornita da Liberation Prison Project, abbiamo avuto la possibilità di accedere al mondo dei giovani, delle nuove menti, del futuro, con l’ambizioso obiettivo di provare a dialogare con loro, in un clima di fiducia e di non giudizio. Il nostro lavoro all’interno degli istituti di pena ci insegna che uno sguardo aperto, attento e compassionevole ci permette di andare oltre l’agito, aprendo un varco empatico verso la persona, verso colui che non è “solo ciò che ha fatto” (e per cui viene giustamente punito), ma è molto di più e potrà essere molto di più e di diverso anche dopo la detenzione, se la società glielo consentirà.

L’inclusione sociale delle persone ex detenute è, nello specifico, un tema di grande rilevanza e, ancora di più, una sfida significativa, soprattutto in un’epoca in cui le disuguaglianze economiche, culturali e sociali sono sempre più evidenti. Interventi mirati, come quello che noi operatori di Liberation abbiamo proposto al Liceo Boccioni di Milano, possono svolgere un ruolo cruciale nell’aiutare queste persone a reintegrarsi nella società, partendo dal cambiamento di sguardo dei giovani e delle figure di riferimento che li accompagnano nella loro crescita educativa.

Dialogare con loro sulle numerose difficoltà che le persone ex detenute affrontano al loro rientro nella società, tra cui lo stigma sociale, la mancanza di opportunità lavorative e le difficoltà che incontrano per riuscire a reintegrarsi nel contesto socio-familiare di riferimento, ci consente di promuovere un ambiente scolastico inclusivo, attraverso un percorso di sensibilizzazione della comunità scolastica che comprende, non solo studenti, ma anche i docenti, attraverso un approccio che possiamo definire olistico e collaborativo.

Grazie ai tre incontri strutturati e alla realizzazione di uno spazio sicuro, siamo riuscite a costruire un dialogo aperto e sincero che, per molti, sembra aver determinato un significativo cambiamento di prospettiva, una possibile riduzione dello stigma e dei pregiudizi associati alla detenzione. Questo ha permesso di offrire alle persone ex detenute un’opportunità per condividere le loro storie personali e sentirsi parte attiva della comunità, rispondendo con onestà e coraggio alle curiose e rispettose domande dei giovani interlocutori.

Oltre al lavoro che svolgo presso gli istituti di pena, come madre di tre figli e operatrice che da anni sviluppa laboratori e attività di counseling per promuovere l’educazione all’affettività all’interno della comunità scolastiche, mi rendo sempre più conto quanto sia importante riuscire ad aprire un dialogo evolutivo con i ragazzi e con i nostri figli. La velocità quotidiana che caratterizza il nostro vivere ci fa perdere di vista l’importanza del tempo che dovremmo dedicare all’ascolto, all’incontro e alle relazioni familiari e sociali. Stigma e punizioni sono le soluzioni più rapide e risolutive per affrontare situazioni dolorose e difficili da comprendere. Quanto ci costa fermarci per capire cosa accade intorno a noi, cosa provano le persone che ci circondano, cosa proviamo noi, di cosa abbiamo o hanno bisogno i nostri figli?

Le risposte a queste domande richiedono tempo, pazienza e comprensione. Richiedono la necessità di sviluppare un ascolto empatico, volto agli altri e a noi stessi che, nel quotidiano, non trova sufficiente spazio all’interno del fare, del risolvere tutto e subito, senza nemmeno rendersene conto.

Quando si ha la possibilità di prendersi del tempo per dialogare con i ragazzi, ci si rende conto di quanto siano, se ascoltati e accolti con apertura e senza giudizio, fonte inesauribile di possibilità e di cambiamento. Stare in relazione è fondamentale, saper stare in relazione senza giudici e pregiudizi è un’opportunità che noi adulti siamo tenuti a consegnare nelle mani, nelle menti e nei cuori dei nostri figli e delle nuove generazioni. Ma forse è vero anche il contrario, una possibile strada a doppio senso, dove anche i ragazzi posso avere un ruolo contaminante e non solo ricevente. Gli incontri tra studenti e persone ex detenute rappresentano un’opportunità preziosa per promuovere l’inclusione sociale, arricchendo l’educazione degli studenti. Con proposte attente e sensibili è possibile, infatti, realizzare un impatto positivo, duraturo e contagioso sia verso i pari che verso la comunità adulta nel suo insieme.