Ven. Ghesce Tenzin Tenphel ha incontrato i detenuti di Milano Bollate. Molta l’attesa sia da parte di chi l’aveva conosciuto qualche anno prima sia da parte di chi ne aveva solo sentito parlare. Ghesce Tenzin Tenphel ha parlato dell’importanza della mente e di cambiare il nostro modo di pensare: unica fonte di ogni sofferenza o di ogni felicità. “Non c’è carcere che possa imprigionarci se non lo costruiamo noi stessi dentro di noi, cadendo preda della rabbia o dell’attaccamento, dando peso a quanto ci dicono gli altri o ai loro tentativi di farci del male. Se qualcuno ci danneggia, qual è il senso di danneggiarci ancora di più da soli provando rabbia?”
Ghesce Tenzin Tenphel è nato a Domo (Tibet), in una famiglia nomade di agricoltori. Nel 1959, a causa dell’invasione cinese del Tibet, la famiglia fuggì nel Sikkim e più tardi emigrò nel sud dell’India. Ghesce Tenphel divenne aspirante monaco all’età di 9 anni. A 17 anni ottenne dalla famiglia il permesso di entrare nell’ Università monastica di Sera Je (trasferita dal Tibet nel sud dell’India), dove completò i 21 anni di formazione tradizionale scolastica. Ghesce Tenphel si è laureato con lode nel 1994, ottenendo il diploma universitario di Ghesce Lharampa, il dottorato più alto del buddhismo tibetano conferito nella tradizione Ghelug.
Dal 1998 è Maestro residente dell’Istituto Lama Tzong Khapa, dove tiene numerosi corsi di buddhismo, brevi e di media durata (aperti a tutti), e lezioni sui trattati canonici nei diversi programmi di studio proposti dall’Istituto.